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Il 20,1% dei piccoli commercianti, food retailer compresi, ha forzatamente cambiato la catena di fornitura a causa dei dazi
Il 20,1% dei piccoli commercianti, food retailer compresi, ha forzatamente cambiato la catena di fornitura a causa dei dazi
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I dazi si fanno sentire anche nel food retail per 7 commercianti su 10

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- SumUp Osservatorio Small Business - SumUp dazi - SumUp pagamenti digitali

Inflazione, rincari, dazi e instabilità economica mettono sotto pressione le piccole imprese italiane: il 35% dei merchant si dice pessimista secondo SumUp. Più in particolare, per 7 commercianti su 10, le tensioni commerciali fra Usa, Cina ed Europa hanno influito negativamente sulle proprie attività con tempi di consegna più lunghi, rincari delle materie prime e la necessità di adattare rapidamente la propria offerta. Quasi la metà degli esercenti, inoltre, rileva che i consumatori hanno diminuito la spesa abituale.

 

Osservatorio Small Business: solo il 40,2% degli esercenti è positivo sul futuro. 

I dati emergono dall'Osservatorio Small Business della fintech attiva nel settore dei pagamenti digitali che fotografa lo stato d'animo e le strategie degli esercenti italiani, food retailer compresi,  in un contesto economico ancora instabile, tracciando le priorità per i prossimi 12 mesi: riduzione della burocrazia, accesso al credito più semplice e conveniente e tecnologie digitali accessibili per gestire pagamenti, vendite e attività d’impresa. "Le tensioni commerciali registrate nelle ultime settimane sono al centro delle preoccupazioni degli esercenti italiani, che si trovano a operare in un contesto economico sempre più complesso e instabile. L’incertezza caratterizza anche le prospettive per i prossimi mesi, cui guarda con ottimismo solo il 40,2% degli intervistati - ha dichiarato Umberto Zola, responsabile online sales per l’Europa di SumUp - Nonostante queste difficoltà, le piccole imprese italiane stanno dando prova di una straordinaria capacità di adattamento, reagendo con prontezza e concretezza. Diversificazione dell’offerta, fidelizzazione della clientela e maggiore attenzione ai canali digitali sono tra le risposte più adottate per fronteggiare la crisi. In questo percorso, la tecnologia si conferma una leva strategica, in grado di semplificare la gestione quotidiana e offrire strumenti accessibili per affrontare il cambiamento con maggiore consapevolezza ed efficienza". 

La minaccia dei dazi cambia le priorità delle piccole imprese. 

Andando più nel dettaglio dello studio di SumUp si coglie che l'instabilità nei mercati internazionali e l'incertezza dei consumi stanno ridefinendo le priorità operative delle piccole imprese italiane. Nell’ultimo anno, il 49,1% degli esercenti ha dovuto far fronte a un aumento dei costi di consegna e delle materie prime, mentre il 23,1% ha sperimentato un allungamento dei tempi di approvvigionamento. In molti casi, queste criticità hanno imposto un cambio forzato nella catena di fornitura (20,1%) e, in alcuni casi, una riduzione della varietà di prodotti offerti (19,5%). Parallelamente, il comportamento dei consumatori è cambiato in modo evidente: il 48,6% degli esercenti segnala che i propri clienti acquistano meno frequentemente o spendono meno, mentre il 33,1% osserva una crescente attenzione al prezzo, con un maggior ricorso a sconti e confronti tra offerte. Il 30,3% nota anche una tendenza verso alternative più economiche, segnale di una maggiore fragilità del potere d’acquisto e di una pressione aggiuntiva sulla sostenibilità dei margini.

Diversificazione, fidelizzazione, marketing e non solo per recuperare terreno. 

Per far fronte a queste difficoltà, il 29,7% dei commercianti ha puntato sul lancio di nuovi prodotti o sulla diversificazione dell’offerta, mentre un quarto degli intervistati (25%), ha rafforzato le attività di marketing e fidelizzazione della clientela. Non manca una crescente attenzione ai canali di vendita digitali, indicata dal 12,8% degli esercenti come leva per ampliare il proprio raggio d’azione. Sul fronte della strategia dei prezzi, il 45,4% ha optato per un aumento, di cui il 40,2% moderato, al fine di bilanciare la necessità di coprire i maggiori costi senza allontanare la clientela; mentre il 19,5% ha scelto di ridurre i margini di profitto per mantenere competitività e attrattività. Guardando al futuro, gli esercenti indicano come priorità il sostegno concreto alla propria attività: il 41,4% chiede una riduzione della burocrazia, il 29,9% auspica sovvenzioni e sussidi (ad esempio per i costi energetici o l’adozione del digitale), e il 17,8% vede nell’accesso facilitato al credito e in strumenti digitali per pagamenti e gestione aziendale (17,8%) elementi fondamentali per navigare l’incertezza con maggiore sicurezza.

Il ruolo della tecnologia e dell'IA. 

In questo contesto, la tecnologia rappresenta una risorsa strategica per ottimizzare processi e migliorare la competitività, tanto che circa 1 imprenditore su 5 ha già investito in strumenti digitali per rendere più efficiente la gestione quotidiana del proprio business. Tuttavia, quando si parla di intelligenza artificiale, il quadro appare ancora frammentato: il 49,4% degli esercenti dichiara di non aver adottato soluzioni di IA e di non avere intenzione di farlo, mentre un ulteriore 24,1% afferma di essere interessato, ma di non aver ancora iniziato a utilizzarla. Solo una parte minoritaria ha già avviato l’integrazione dell’IA nelle proprie attività: il 17,5% la impiega per creare contenuti per sito, social e marketing, il 9,6% per fare brainstorming su idee e nuovi prodotti, e il 7,2% per comprendere meglio le aspettative dei clienti. Un segnale, questo, di come l’adozione dell’intelligenza artificiale sia ancora in una fase iniziale, ma con margini di crescita importanti, soprattutto in un contesto dove innovazione e adattabilità sono sempre più determinanti per la tenuta e lo sviluppo del commercio locale.

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