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Fipe denuncia il dumping contrattuale: "Servono più controlli"
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Nonostante il rinnovo del CCNL del settore ristorativo, Fipe denuncia ancora i casi di dumping contrattuale che minano la qualità del lavoro e delle imprese. Un fenomeno in crescita che prevede il ricorso a contratti collettivi non rappresentativi dell'attività dei pubblici esercizi, che abbassano il costo del lavoro a scapito delle tutele dei lavoratori.
Il dumping contrattuale penalizza il lavoratore e la concorrenza.
Il dilagare di situazioni irregolari, sostiene la federazione, rischia di trasformarsi in una vera piaga per il settore, che non penalizza solo i dipendenti ma creano anche una concorrenza distorta tra le imprese. È fondamentale ricordare che tali contratti sono considerati non in linea con le disposizioni di legge e le normative stabilite dall’Ispettorato del lavoro. Per questo Fipe invita le autorità a intensificare la vigilanza su questo fenomeno, che rischia di compromettere la tenuta sociale del comparto e di indebolire il sistema di rappresentanza del lavoro. "La federazione continuerà a lavorare per garantire condizioni eque di concorrenza tra le imprese del settore e per la tutela dei lavoratori, come testimoniato dalla recente firma del CCNL, presidio di legalità e di diritti per la persona", si legge in una note della federazione.
Aldo Cursano (Fipe): "Diritti e giusta retribuzione elementi fondamentali per l'Horeca".
"Giuste retribuzioni e giusti diritti sono elementi fondamentali non solo per garantire trasparenza, ma anche per rendere il settore più attrattivo. Tuttavia, sul mercato assistiamo al fenomeno del dumping contrattuale e alla diffusione di contratti pirata, stipulati da gruppi di interesse che siglano accordi contrattuali non rappresentativi, una pratica che non dovrebbe essere ammessa e che punta sull’eliminazione o sulla riduzione delle tutele garantite dal CCNL. Questo genera una forte discrepanza nel mercato, creando situazioni di concorrenza sleale e penalizzando sia i lavoratori che le imprese. È fondamentale prendere le distanze e non consentire l’applicazione di contratti che non siano espressione delle rappresentanze storiche di categoria. Se vogliamo garantire il giusto valore al lavoro, è essenziale difendere la contrattazione collettiva basata su accordi legittimi e riconosciuti", ha commentato il vicepresidente vicario di Fipe, Aldo Cursano.
I dettagli del CCNL rinnovato nel 2024.
Ma cosa prevede il CCNL della ristorazone, turismo e pubblici esercizi? Rinnovato il 6 giugno scorso dopo tre anni dall'ultima scadenza, il contratto collettivo interessa oltre 300mila imprese e si applica a oltre un milione di lavoratori. Tra le principali novità, l’aumento in busta paga di 200 euro a regime, il rafforzamento dell’assistenza sanitaria integrativa e una durata di tre anni e mezzo, con scadenza il 31 dicembre del 2027. In particolare, le parti hanno previsto una significativa revisione della classificazione e dell’inquadramento del personale, fermi dagli anni Novanta, per renderli più rispondenti alle mutate esigenze del mercato e alle nuove tipologie di offerta. Sono state rafforzate inoltre le normative in materia di diritti individuali delle lavoratrici e dei lavoratori, come le misure di contrasto alle violenze e alle molestie nei luoghi di lavoro e i congedi per le donne vittime di violenza. A firmare il rinnovo, per la prima volta nella storia, ci sono anche i comparti del banqueting e del catering rappresentati da Anbc.