La ristorazione guida la ripresa del Pil italiano. A renderlo noto è una comunicazione del Centro Studi di Fipe-Confcommercio che ha elaborato i dati Istat. Secondo l'istituto di statistica, infatti, il prodotto interno lordo nazionale è aumentato dello 0,6% nel primo trimestre 2023 rispetto al trimestre precedente e dell'1,9% nei confronti del primo trimestre del 2022. Una dinamica a cui ha dato il proprio apporto anche il fuoricasa.
I volumi della ristorazione, secondo l'analisi della federazione dei pubblici esercizi, nel primo trimestre di quest'anno si consolidano. L'indice grezzo del fatturato delle imprese del settore, ossia il valore corrente che incorpora la dinamica delle quantità e dei prezzi, è stato pari a 111,4, segnando un aumento del 30% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’analisi per attività economica mostra incrementi importanti su base annua per tutti i settori legati alla filiera del turismo. Una tendenza che si è verificata in ragione dei bassi livelli di attività registrati nel primo trimestre 2022, quando i pubblici esercizi erano ancora sottoposti ad alcune restrizioni legate alla pandemia da Covid-19.
A livello nazionale, anche la crescita acquisita per il 2023 risulta positiva, pari allo 0,9%. La ripresa è dovuta essenzialmente alla domanda interna, con consum privati a +0,3% e consumi e investimenti pubblici a +0,2%. Negativa, invece, la domanda estera netta. Risultati che proiettano l'Italia a livelli di crescita superiore rispetto a Francia e Germania (+0,2% e +0,3%) e pure Usa (+0,3%) nel primo trimestre 2023. Nel complesso, il Pil dei Paesi dell’area euro è aumentato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dell’1,3% nel confronto con il primo trimestre del 2022.
Nel frattempo, rallenta anche l'inflazione che, a maggio, secondo le stime preliminari dell'Istat, vede un rallentamento a +0,3% su base mensile dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività al lordo dei tabacchi. Dato che risulta in crescita del 7,6% su base annua, dal +8,2% di aprile. La decelerazione, che riporta il tasso ai livelli di marzo, si deve innnanzitutto al rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (da +26,6% a +20,5%) e, in misura minore, degli alimentari lavorati (da +14,0% a +13,4%). L'indice armonizzato aumenta dello 0,3% su base mensile e dell'8,1% su base annua (dal +8,7% di aprile).