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Con Santa Ana Pomelo Gin, Rinaldi 1957 cambia twist al trend low alcol
La mixology ha da tempo abbracciato il trend no-low alcol e produttori e distributori si sono messi in scia, come dimostra il lancio di Santa Ana Pomelo Gin. Reso disponibile sul mercato tricolore da Rinaldi 1957, il lancio di questo prodotto ha rappresentato l'occasione per una riflessione sulle dinamiche che stanno modificando i consumi alcolici.
Le 16 botaniche di Santa ana Pomelo Gin, ingrediente per i cocktail low alcol.
Santa Ana Pomelo Gin è un’espressione vibrante di 16 botaniche pregiate, una celebrazione degli agrumi tropicali e mediterranei, con il pomelo al centro della sua ricetta. Il pomelo filippino è un frutto apprezzato per la sua polpa rosa dal gusto dolce e delicato e viene esaltato dall’acidità e dalla freschezza del calamansi, un lime filippino piuttosto pungente, e dall’arancia dalandan. Il duo di note di zenzero e pepe aggiunge calore e profondità, mentre le classiche botaniche del gin ne conferiscono complessità. Il risultato è un profilo rinfrescante, dominato dagli agrumi, morbido, con un finale tropicale caldo e avvolgente. Le botaniche vengono distillate sottovuoto nella regione della Charente, in Francia, utilizzando una tecnica ispirata alla profumeria che preserva la delicatezza delle essenze, estraendo i profumi sottili senza alterazioni dovute al calore. Questa tecnica permette di ottenere un gin morbido e vellutato, con un palato agli agrumi brillante, speziato e vivace, illuminato da un piacevole calore persistente. La freschezza e la raffinata fusione di pregiati agrumi filippini hanno permesso a Mattia Schiaretti e Luca Redolfini, bartender di Choice Cocktail Bar, di dare libero sfogo alla fantasia e giocare con profumi, contrasti e accostamenti azzardati per creare drink low alcol che, grazie alla struttura degli ingredienti utilizzati, non hanno nulla da invidiare a un classico gin tonic.
Il dibattito sul low alcol nella mixology.
L'accompagnamento ideale per riflettere sulle attuali dinamiche di mercato come successo durante la tavola rotonda Shake the trend: mixology e low alcol, visioni a confronto. Un appuntamento avvenuto in contemporanea con il lancio di Santa Ana Pomelo Gin e a cui hanno partecipato diversi esperti di settore. "Il gin si è confermato, anche nel 2024, tra i maggiori contributori della crescita del comparto spirits sia nei consumi in casa sia in quelli fuori casa (+6,4% contro 0,7% dell’intero comparto spirits, ndr). Anche se è ancora presto per dare una panoramica dell’andamento del 2025, i volumi registrati da Circana ci raccontano di un settore spirits in difficoltà, intorno al -2% circa, ma, parallelamente, il consumo di gin continua a crescere e a contribuire positivamente registrando un +5% circa", ha dichiarato Paolo Antonini, account director di Circana. Detto diversamente, il mondo della mixology è in continua evoluzione: "Pur essendo il 65% delle consumazioni concentrato su 5 cocktail, si nota che le scelte dei consumatori si stanno spostando verso proposte a più basso contenuto alcolico dove il 70% dei cocktail consumati nel 2024 sono long drink e 1 consumazione su 5 ha il gin come ingrediente", ha sottolineato Paolo Porcelli, AFH principal consultant di TradeLab. A testimoniare queste tendenze sono anche gli operatori del settore: "Abbiamo osservato un cambiamento significativo nelle abitudini di consumo all'interno del nostro locale, con un interesse crescente verso i drink low alcol. È una tendenza che si inserisce in un contesto più ampio, dove sempre più persone scelgono uno stile di vita più equilibrato e consapevole, senza per questo rinunciare al piacere del buon bere. In questo frangente, esistono oggi due tipi di clienti: quelli che hanno già familiarità con il tema e chiedono direttamente al mixologist cocktail a bassa gradazione; altri, si avvicinano con maggiore cautela, magari perché non conoscono ancora bene le possibilità offerte dal mondo low alcol o temono che si tratti di un’esperienza meno appagante", ha commentato Corey Squarzoni, bar manager di Ugo Cocktail Bar.
La filosofia "Well Spirit" di Rinaldi 1957.
A fronte di queste testimonianze e spiegazioni, prende corpo anche la filosofia "Well Spirit" sposata dal distributore Rinaldi 1957: "Non vediamo questo periodo come una crisi per il mondo degli spirits, ma come una grande opportunità di evoluzione - ha rivelato Valentina Ursic, direttrice marketing Rinaldi 1957 - L'idea è coniugare edonismo consapevole e benessere soft, offrendo esperienze di consumo più equilibrate e autentiche. Non vediamo nel futuro un'inclinazione alla rinuncia, ma, piuttosto, alla ricerca dell’armonia tra piacere e salute. Riprogettando i cocktail con creatività, partendo da distillati premium e valorizzando ingredienti naturali, locali e privi di zuccheri o coloranti artificiali, è possibile dare ai clienti più attenti un’ottima alternativa ai drink ai quali siamo tradizionalmente abituati".