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Confimprese-Jakala, consumi nella ristorazione a +8,4% a fine 2023
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Come si è chiuso il 2023 dei consumi? La risposta arriva dall'ultimo Osservatorio Confimprese-Jakala sui dati del mese di dicembre: +2,1% per la ristorazione. Un dato in controtendenza rispetto all'andamento generale che, a fronte di un costante peggioramente negli ultimi sei mesi dello scorso anno, ha totalizzato un -0,3% nell'ultimo mese dello scorso anno rispetto allo stesso periodo del 2022.
Consumi in equilibrio, spingono gli outlet (+3,9% su dicembre 2022).
Si tratta di un risultato che non altera gli equilibri del mercato, sostenuto in parte anche dagli acquisti natalizi. Se il quadro, dunque, mostra andamenti migliori rispetto ai mesi precedenti, favorito da un’inflazione che nel mese di dicembre è in rallentamento, lo scenario geo-politico è preoccupante. Il blocco dei trasporti nel canale di Suez mette a rischio l’intero sistema economico e, secondo l'Osservatorio, avrà ricadute importanti in termini di import anche nel retail, con ritardi nelle consegne delle materie prime e dei prodotti che stanno già impattando sulle dinamiche del punto vendita e dei consumatori. Detto della ristorazione, quindi, non sorprende lo stallo del settore abbigliamento-accessori (-1,8%) e la stagnazione di "altro retail" (-0,8%). Quanto ai canali di vendita, a sorpresa la migliore performance arriva dagli outlet con un incremento del +3,9%, seguiti dalle high street a +0,8%. In sostanziale pareggio i restanti canali, a eccezione dei centri commerciali in flessione del -1,3%. Nelle regioni Veneto la migliore a +6%, Basilicata la peggiore a -5%. Nelle città di provincia Grosseto al top della classifica a +9,2%, Sondrio precipita a -9,8%
Un 2023 positivo non basta a recuperare i livelli pre-Covid.
In generale, i risultati complessivi del 2023 sono frutto del bilanciamento di un inizio positivo nei primi 5 mesi seguiti da chiusura anno in affanno. Il delta tra questi due andamenti porta a una crescita a valore del +3,9% del totale mercato sul 2022, articolata in un lieve positivo di abbigliamento-accessori a +2,1%, una solida performance della ristorazione a +8,4% e un sostanziale pareggio di altro retail a -0,1%. È importante integrare l’analisi dei dati a totale annuo con i confronti rispetto al 2019 per poter tratteggiare in maniera esaustiva i contorni del bilancio del retail nel 2023. Dal confronto con il pre-Covid emerge un generale peggioramento del quadro, con la buona prestazione del totale mercato che viene riparametrata al -3,7% sul 2019 e i trend di abbigliamento-accessori e ristorazione che vengono rivisti in maniera analoga. Se i due settori subiscono, infatti, uno scostamento relativo simile a quanto appena visto, diverso è invece il quadro assoluto. Il -2,8% sul 2019 della ristorazione è indice di un settore comunque dinamico, mentre il pesante negativo di abbigliamento-accessori a sfiorare la doppia cifra -9,2% rende necessarie delle riflessioni sulla competitività del comparto. La fotografia dai dati dei canali di vendita è nella sostanza la stessa. Spiccano le buone performance rispetto al 2022 di centri commerciali +4,6%, outlet +5,5% e negozi di prossimità +5,6%. Buono anche l’andamento delle high street a +3% e travel a +5% che risultano essere le location commerciali più solide nello sviluppo dei fatturati dal pre-pandemia, facendo segnare rispettivamente nel confronto con il 2019 un +0,9% e un +2,7% (migliore andamento tra i canali).
Mario Maiocchi (Confimprese): "Nel 2024 aspettative di crescita moderata".
"La fine dell’anno non ha visto concretizzarsi i timori di forti decrementi dei consumi, quantomeno a valore. Dopo il rallentamento di inizio estate si poteva presagire un continuo deterioramento. Tuttavia, i valori degli ultimi mesi, Natale compreso, hanno visto una sostanziale stabilizzazione sui livelli del 2022. Con l’inflazione in rallentamento possiamo guardare al 2024 con aspettative di crescita moderata, sia pure tenendo in considerazione che la crisi del canale di Suez sta mettendo a dura prova le nostre aziende retail sul fronte importazioni di materie prime e prodotti. Corriamo il rischio di un aumento dei prezzi al consumo e di un conseguente ulteriore impoverimento del potere d’acquisto delle famiglie", ha commentato Mario Maiocchi, direttore centro studi Confimprese. Sarò ora imporrante capire come si comporteranno i consume nel mese di gennaio alla luce dei saldi e dell'evoluzione dell'economia globale.