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Consumi, Confimprese-Jakala: a gennaio la ristorazione soffre (-1,7%)
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Il 2024 si apre in flessione per il mondo dei consumi secondo i dati dell'Osservatorio Confimprese-Jakala: -2,1% a valore a gennaio sullo stesso mese del 2023. Il risultato (che coincide con i dati Istat sui prezzi al consumo) è frutto della perdurante crisi geopolitica internazionale che influisce sul sentiment negativo dei consumatori. Tanto che anche la ristorazione subisce il generale peggioramento del mercato e, dopo il +2,1% registrato a dicembre, con il nuovo anno fa registrare un -1,7% a valore.
Tutti i canali di vendita in negativo: negozi di prossimità a -3,5%.
Per quanto riguarda le altre merceologie, il report mensile dell'associazione di categoria segnala un -2,4% per il settore abbigliamento-accessori (nonostante i saldi invernali) e un -2,1% per il settore altro retail. Quanto ai canali di vendita, i dati sono altrettanto negativi e riflettono l’andamento generale dei consumi. Anche i negozi di prossimità, canale d’elezione dal Covid in poi grazie alle mutate abitudini d’acquisto dei consumatori, iniziano l’anno in campo negativo a -3,5%, il peggiore risultato tra i canali. Male anche high street a -3,2%, centri commerciali -1,5%. Un quadro che esprime anche il sentiment negativo dei consumatori per il 2024 ed è la cifra della difficoltà delle famiglie nel mantenere i livelli di spesa e dei retailer nel convertirli. Nelle regioni la migliore è la Valle d’Aosta che chiude ben oltre la media Paese a +5,8%, Basilicata la peggiore, sprofonda a -12,1%. Nelle città di provincia i risultati migliori sono di Rovigo a +7,7%. Profondo rosso per Siracusa a -11,6%
Mario Maiocchi (Confimprese): "Il 2024 parte con il freno a mano tirato".
"Come prevedibile, il 2024 parte con il freno a mano tirato - riflette Mario Maiocchi, direttore centro studi Confimprese - I tre macrosettori analizzati mostrano un segno meno rispetto a gennaio 2023, che è il primo anno di riferimento del post-Covid e, come tale, permette di tastare il polso del clima economico senza gli effetti distorsivi generati dalla pandemia. L’erosione del potere di acquisto delle famiglie, generato dalla fortissima inflazione degli ultimi due anni, ha non solo compresso i consumi in termini di volumi, ma segna ora una decrescita generalizzata anche a valore. Riteniamo che nell’anno in corso la ricerca della convenienza, in termini di prezzi bassi, sconti, promozioni e orientamento verso fasce prezzo/insegne più convenienti sarà un elemento dominante nelle scelte dei consumatori e nelle strategie delle aziende". Occorre guardare ai prossimi mesi con prudenza, in quanto il potere d’acquisto delle famiglie deve ancora assorbire una pressione non indifferente legata ai prezzi elevati dei beni di prima necessità che solo apparentemente ha dato tregua nel mese di dicembre.