La normativa sul franchising in Italia ha subito importanti evoluzioni, culminate con l’introduzione della legge n. 129 del 6 maggio 2004. Questa legge regola l'affiliazione commerciale e si concentra in particolare sugli aspetti contrattuali, cercando di proteggere la parte più debole del rapporto, ossia il franchisee. Tale protezione si estende anche alla fase precontrattuale, con obblighi specifici per il franchisor. Con l’avvento della pandemia, i rapporti tra franchisor e franchisee sono ulteriormente cambiati, portando a una maggiore attenzione su elementi come il know-how e la trasparenza delle informazioni economiche. Su questo tema, la legge richiede che il franchisor fornisca visura e bilanci degli ultimi tre anni, ma le aspettative sono cresciute, richiedendo anche dati aggiornati sulle performance economiche della rete. In un contesto caratterizzato da inflazione e aumento dei costi delle materie prime, è diventato fondamentale specificare chiaramente nel contratto i costi d'ingresso e le modalità di rientro del capitale. Un contratto di franchising ben strutturato, quindi, deve prevedere:
di Enrico Tosco, direttore generale Reting
L'articolo è tratto da RMM 3/2024, disponibile a questo link: https://ristorazionemoderna.it/magazine/ristorazione-moderna-magazine-3-2024.html