L'1 ottobre si celebra la Giornata internazionale del caffè, un'occasione per fare il punto sul caro prezzi in tazzina: per Fipe il costo medio è di 1,20 euro. Cifra che, da un lato, rappresenta l'effetto congiunto degli stress a cui è sottoposta la filiera e, dall'altro, testimonia la tenuta dei listini in un momento in cui i consumi, anche quelli più contenuti, si fanno sempre più cauti.
Come ribadito dalla federazione dei pubblici esercizi, la bevanda nata secoli fa in Arabia e divenuta, in Italia, un vero e proprio rito sociale e culturale è l'architrave su cui poggia l'offerta dei 140mila bar disseminati lungo la Penisola. In questi luoghi si consumano ogni anno circa 6 miliardi di espressi. Un'abitudine parte integrante della convivialità e dello stile di vita tricolori che, tuttavia, rischia di ridursi a causa dei rincari lungo la filiera che va dal campo alla tazzina; tanto che sempre più spesso si parla della soglia dei 2 euro a consumazione. Prospettiva che spaventa ma offre anche un'occasione per "concentrarci sui valori, anziché continuare nelle polemiche sul prezzo che danneggiano le imprese e persino i consumatori perché tendono a far passare l’idea che un espresso è la stessa cosa ovunque a prescindere dalla qualità delle miscela, dalla cura del servizio e dal comfort degli ambienti", ha commentato Aldo Maria Cursano, vicepresidente vicario di Fipe. La posizione dell'associazione è chiara: il caffè non è solo un prodotto, ma un patrimonio di competenze.
Una posizione condivisibile che, tuttavia, non nasconde il fatto che i prezzi siano effettivamente aumentati. A sottolineare il trend inflattivo è Assoutenti per cui l'irrinunciabile appuntamento degli italiani con la tazzina di espresso costa il 20% in più rispetto al 2021. I dati emergono da uno studio condotto dal Centro di formazione e ricerca sui consumi (Crc) che, basandosi sulle rilevazioni del Mimit (ministero del Made in Italy) ha messo a confronto i prezzi del caffè servito nei bar delle principali città italiane. Bolzano si conferma la città col caffè più costoso, con un prezzo medio di 1,47 euro, seguita da Ferrara con 1,43 euro, Padova con 1,41 euro e Belluno con 1,40 euro. In altre 17 province la spesa è superiore a 1,3 euro a tazzina. Dalla classifica è esclusa Benevento, che di recente è stata al centro di polemiche per grossolani errori nelle rilevazioni dei prezzi. Sul versante opposto, è Catanzaro la più economica, unica tra le grandi province dove la tazzina non supera il costo di 1 euro, seguita da Reggio Calabria e Messina, entrambe a quota 1,06 euro. Se si analizza l’andamento degli ultimi quattr anni, i rincari più pesanti si registrano a Bari, Parma e Pescara, città dove l’espresso è aumentato di quasi il +40% rispetto al 2021. Anche Napoli, capitale mondiale del caffè, registra incrementi che sfiorano il +35% in quattro anni e vanta un prezzo medio che ormai ha sfondato la soglia d 1,20 euro (1,21 euro). In generale, il rincaro a livello nazionale fa sì che la spesa per l'espresso al bar sia passata dai 6,2 miliardi del 2021 agli attuali 7,5 miliardi di euro.