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Secondo Bain&Co., il 30% dei consumatori è disposto a pagare un prezzo più alto per piatti biologici
Secondo Bain&Co., il 30% dei consumatori è disposto a pagare un prezzo più alto per piatti biologici
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Bain&Co. svela i trend della ristorazione italiana nel 2025

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Benessere, socialità e sostenibilità sono i trend che secondo l'analisi Bain&Co. per Fipe stanno ridefinendo l'esperienza del fuoricasa in Italia nel 2025. Evidenze che tratteggiano una tasformazione strutturale in atto fra i consumatori, come già dimostrato in occasione del lancio del Rapporto Annuale sulla Ristorazione promosso dall'associazione di categoria in cui emergeva come per il 73% degli italiani sia la salute l'argomento chiave per le scelte alimentari (rispetto al 66% della media europea). 

 

Sostenibilità e cucina vegetale spingono anche l'aumento dello scontrino. 

Questo scenario "pone le basi per una revisione strutturale dell’offerta ristorativa, che deve necessariamente adattarsi con menu orientati al benessere e fondati su filiere trasparenti, in grado di rispondere a una domanda sempre più consapevole ed esigente", ha commentato Aaron Gennara Zatelli, partner di Bain&Co. Ecco, quindi, che la sostenibilità a tutto tondo gioca un ruolo sempre più centrale nelle scelte dei consumatori, tanto che il 30% di loro è disposto a pagare un prezzo più alto per piatti biologici, a filiera corta o a base vegetale. Lo confermano anche le performance a valore registrate nel 2024 quando il consumo di prodotti biologici in Italia ha registrato una crescita del 5,7%, superando i 6,5 miliardi di euro. Allo stesso tempo, si è ampliata anche la platea di chi sceglie un'alimentazione a base vegetale: il 9,5% della popolazione segue infatti una dieta vegetariana o vegana, con il 7,2% che si dichiara vegetariano e il 2,3% vegano. "Gli operatori che sapranno valorizzare la provenienza e la stagionalità degli ingredienti potranno distinguersi sul mercato e conquistare un vantaggio competitivo duraturo", ha aggiunto l'espero di Bain. Stesso ragionamento si può applicare anche al tema dei vini no-low alcol, il cui mercato lo scorso anno ha raggiunto i 55 milioni di euro in Italia (+39%). Il trend è particolarmente marcato tra i giovani: il 28% dei 18–34enni mostra interesse verso questi prodotti, contro il 21% della media nazionale. E la recente modifica normativa che consente di etichettare come “vino” anche i prodotti dealcolati ha contribuito a consolidare il fenomeno che ora può essere ampiamente sfruttato per intercettare nuovi consumatori in un'ottica di inclusività che caratterizza occasioni conviviali come aperitivi e pranzi di lavoro. 

Verso un nuovo modello di ristorazione con la convivialità al centro. 

Fra un bicchiere no-low alcol e un piatto salutare, quello che secondo Bain&Co. non viene meno - anzi aumenta - è il ruolo sociale del fuoricasa: sempre più persone (il 70%) desidera vivere maggiori esperienze di socializzazione in bar e ristoranti, tanta da aumentare la frequenza delle cene al ristorante (dal 35 al 42% in un anno). In particolare, la Generazione Z esce in media 3-4 volte al mese, con un 15% che supera le cinque uscite mensili, confermando una forte inclinazione a vivere il ristorante come luogo di connessione sociale. Le generazioni più adulte, invece, continuano a preferire la dimensione domestica, spinte da motivazioni legate all’efficienza e alla tradizione. "Questo dualismo - ha sottolineato Zatelli - impone ai ristoratori di sviluppare format esperienziali, ambienti curati e un servizio sempre più personalizzato". Insomma, un nuovo modello di ristorazione e ospitalità è all'orizzonte che passa da una proposta food&beverage attenta agli ultimi trend alimentari e dalla costruzione di un ambiente e un percorso di consumo capace di favorire la convivialità attraverso un servizio empatico e personalizzato. Su questo fronte, il digitale (dai social ai sistemi di prenotazione) si propone come un asset strategico per alimentare il rapporto con il cliente. 

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