Fra i primi fondi di investimenti italiani a credere nel food retail, con il suo Taste of Italy, DeA Capitalha investito in La Piadineria e Alice Pizza. Il primo format è stato recentemente ceduto, mentre il secondo è tutt’ora in portafoglio. In entrambi i casi, la scelta è ricaduta su format QSR per ragioni di scalabilità: limitati investimenti per l’apertura di nuovi punti vendita con un pay-back ridotto, gestione della supply chain centralizzata ad impatto minimo sul punto vendita, personale in numero limitato, break even basso e proposta gastronomica verticale. "Sulla base delle aspettative di rischio-rendimento di un fondo di private equity i formati di food retail quick service aumentano le possibilità di raggiungere, in tempi relativamente brevi, elevati rendimenti grazie all’impatto sull’Ebitda e sulla generazione di cassa con programmi accelerati di apertura di punti vendita diretti. L’investitore deve essere propenso a investire mezzi finanziari sia per supportare gli investimenti necessari per incrementare la rete di negozi a gestione diretta sia per dimensionare progressivamente la struttura centrale di persone necessarie per la gestione di un business complesso", spiega Stefano Caspani, managing director. Ma come si scelgono i target giusti? La valutazione di un investimento di basa innanzitutto sulle analisi della performance storica dei ricavi, Ebitda e posizione finanziaria netta. In particolare, nel settore food&beverage "sono fondamentali anche le analisi degli investimenti in impianti e macchinari necessari per la crescita, oltre a quelli in ricerca e sviluppo per assicurare all’azienda costante competitività nel mercato. La vera decisione di investimento è però legata alla comprensione della potenzialità di crescita dell’azienda in esame. Elementi che non sempre sono catturabili da un indice sintetico", afferma Caspani. Eppure molto utili se, come succede a DeA Capital, gli investimenti sono spesso deal “primari”, ovvero in aziende di media dimensione dove la proprietà è ancora al 100% nelle mani della famiglia dell’imprenditore e il livello di managerializzazione è limitato.
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Tre aperture per concludere il 2024 portano KFC a 116 punti vendita in Italia, dove è approdata per la prima volta dieci anni fa con il pollo fritto del Colonnello Sanders. Le operazioni hanno coinvolto le destinazioni di Stezzano, Anzio e Lamezia, a conferma della portata nazionale della rete; che ora punta a potenziare il forma drive-thru.
Focus sull'Italia per Norwegian Seafood Council che guarda al mercato tricolore per allargare il perimetro del proprio business grazie al consumo di salmone nel food retail. Qui, per esempio, le insegne dedicate al poke che fanno largo ricorso alla proteina del salmone, sono previsti in crescita oltre le duemila unità nei prossimi anni.
L'alta pasticceria firmata dal pasticcere francese Pierre Hermé fa tappa alla stazione di Milano Centrale con una boutique che celebra gli iconici macaron. L'operazione fa parte del percorso di internazionalizzazione del brand (con oltre 90 punti vendita aperti a livello globale), che muove così il primo passo nella Penisola, reso possibile dalla…