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Dopo un triennio 2020-22 complicato, il 2024 ha riannodato le fila tra investitori e food retailer
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Food retail e finanza, priorità alle Pmi strutturate

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L'apripista - DeA Capital. 

Fra i primi fondi di investimenti italiani a credere nel food retail, con il suo Taste of Italy, DeA Capital ha investito in La Piadineria e Alice Pizza. Il primo format è stato recentemente ceduto, mentre il secondo è tutt’ora in portafoglio. In entrambi i casi, la scelta è ricaduta su format QSR per ragioni di scalabilità: limitati investimenti per l’apertura di nuovi punti vendita con un pay-back ridotto, gestione della supply chain centralizzata ad impatto minimo sul punto vendita, personale in numero limitato, break even basso e proposta gastronomica verticale. "Sulla base delle aspettative di rischio-rendimento di un fondo di private equity i formati di food retail quick service aumentano le possibilità di raggiungere, in tempi relativamente brevi, elevati rendimenti grazie all’impatto sull’Ebitda e sulla generazione di cassa con programmi accelerati di apertura di punti vendita diretti. L’investitore deve essere propenso a investire mezzi finanziari sia per supportare gli investimenti necessari per incrementare la rete di negozi a gestione diretta sia per dimensionare progressivamente la struttura centrale di persone necessarie per la gestione di un business complesso", spiega Stefano Caspani, managing director. Ma come si scelgono i target giusti? La valutazione di un investimento di basa innanzitutto sulle analisi della performance storica dei ricavi, Ebitda e posizione finanziaria netta. In particolare, nel settore food&beverage "sono fondamentali anche le analisi degli investimenti in impianti e macchinari necessari per la crescita, oltre a quelli in ricerca e sviluppo per assicurare all’azienda costante competitività nel mercato. La vera decisione di investimento è però legata alla comprensione della potenzialità di crescita dell’azienda in esame. Elementi
che non sempre sono catturabili da un indice sintetico", afferma Caspani. Eppure molto utili se, come succede a DeA Capital, gli investimenti sono spesso deal “primari”, ovvero in aziende di media dimensione dove la proprietà è ancora al 100% nelle mani della famiglia dell’imprenditore e il livello di managerializzazione è limitato.

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