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Gli ingredienti base del dolce, sempre più naturali e vegetali
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Gli ingredienti base del dolce, sempre più naturali e vegetali

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Trevalli Cooperlat, al via il restyling delle linea professionale. 

Equamente diviso fra retail e foodservice (a cui si aggiunge una parte marginale derivante dalla produzione conto terzi), il bilancio previsionale di Trevalli Cooperlat fissa a 230 milioni di euro il fatturato per il 2024 (di cui il 75% realizzato in Italia). Cardine di queste performance sono i prodotti a base latte e i suoi derivati pensati per bar, pasticcerie, ecc: dal latte fresco a quello UHT (sia semplice che arricchito di proteine), dalla panna fresca (che arriva direttamente dalla scrematura del latte) a quella a lunga conservazione. "Proprio in questa categoria merceologica abbiamo presentato a Sigep una panna standard al 35% di grassi, una senza lattosio e una al 38% di grassi che si sta sempre più diffondendo perché funziona sia per le decorazioni sia per le torte multistrato visto che garantisce una maggiore tenuta dopo l’utilizzo", afferma Milvia Panico, direttrice marketing di Trevalli Cooperlat. A queste proposte si aggiungono poi quelle a marchio Hoplà Professional (oggetto di un vero e proprio restyling grafico che ha coinvolto anche il packaging), a partire dalle creme: la “classica” con o senza zuccheri ed Easy Top, specifica per le torte monumentali e pensata per sostituire la crema al butto o la pasta da zucchero ("Oltre al risultato finale - precisa Panico - questi articoli consentono un impatto positivo, di risparmio, sul food cost").

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Infine, un menzione a parte la merita Hoplà 100% Vegetale, adatta per tutte le preparazioni vegane. Insomma, soluzioni ad alta sostenibilità e inclusività (come la referenza Hoplà Idee Veg Soia Barista 100% vegetale): "Abbiamo cercato di arrivare a ricetta pulita con un’etichetta corta composta da 5-7 ingredienti. Non è stato facile ma c’è molta attenzione da parte del nostro ufficio di ricerca che, nel frattempo, sta collaborando con TetraPak per studiare un packaging altrettanto sostenibile". L’obiettivo è duplice. Da un lato, quello di soddisfare le esigenze dei professionisti che chiedono garanzie di "stabilità e corretta fermentazione così da superare, con la qualità e, se le economie di scala lo permettono, la personalizzazione delle ricette, il tema del prezzo divenuto molto sensibile in un momento in cui le materie prime di riferimento sono molto inflazionate". Dall’altro, incrociare al meglio le nuove abitudini di consumo del cliente finale: "Sul tema dolce c’è molta voglia di sperimentare. Anche il dolce senza lattosio o quello vegano non sono più un’esclusiva delle persone intolleranti o che seguano un particolare regime alimentare ma diventano un’alternativa anche per i cosiddetti flexitariani che, di tanto in tanto, vogliono alleggerire i propri pasti". Compresi quelli consumati all’interno dei locali del food retail, un settore a cui Trevalli Cooperlat guarda con interesse e consapevolezza organizzativa: "Ad oggi - ammette Panico – non siamo ancora strutturati per servire direttamente queste realtà, ma stiamo compiendo i giusti passi per arrivare a collaborare con questi network".

-> Prosegui per gli altri protagonisti del mercato italiano: Frascheri.

       
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