La musica è parte integrante dell’offerta dei pubblici esercizi, ma che valore ha nell'esperienza complessiva? Una domanda a cui Fipe ha dato una risposta. Attraverso uno studio ad hoc, presentato durante la tavola rotonda "Il valore della musica e i pubblici esercizi" nella cornice della Milano Music Week, la federazione ha fotografato l'utilizzo delle playlist sonore nel fuoricasa con dati che documentano, innanzitutto, il recupero di questo trend nel postpandemia.
Nel dettaglio, la ricerca dell'associazione datoriale mostra che l’offerta di musica nei locali pubblici crea atmosfera (44,8%), rafforza l’identità del locale (36,7%), favorisce la socialità (15,7%) e stimola la scoperta di nuovi artisti e tendenze musicali (22,2%). Per 6 cittadini su 10 la musica è un elemento decisivo nella scelta del locale in cui trascorrere momenti di svago e relax. Il cosiddetto “diritto al silenzio” nei locali pubblici non è un’opzione desiderabile: al contrario, la musica è percepita come parte essenziale dell’esperienza collettiva e del piacere dello stare insieme. D’altronde, la musica accompagna i diversi momenti della giornata: il 97,6% degli intervistati la ascolta ogni giorno, a casa, durante gli spostamenti, al lavoro, oppure mentre fa sport o durante le proprie serate fuori. La musica è cultura, al pari dell’arte o della letteratura (49,9%), ma anche veicolo con cui si esprime la propria identità personale (35,8%), evasione dal quotidiano e linguaggio emotivo (28,9%).
Riguardo le tipologie di eventi musicali nei locali, nel 2025 il 63,6% degli intervistati dichiara che la musica di sottofondo ha accompagnato i propri momenti fuoricasa, mentre il 37,8% ha assistito ad eventi di musica live o registrata. La musica è imprescindibile e fa la differenza soprattutto nei cocktail bar (66%) e nei pub/birrerie (53,5%) mentre meno marcato è il ruolo giocato nei bar/caffè (28,7%) e nei ristoranti (16,5%). Colpisce che, nell’era della musica in streaming, per una quota significativa di persone i locali continuino a essere un punto di scoperta musicale: il 30,5% riconosce loro la capacità di far conoscere nuovi artisti, tendenze, singoli e album. E 1 italiano su 4 sarebbe disposto a pagare un supplemento di prezzo per vivere una serata accompagnata dalla musica giusta: un dato che è un chiaro segnale del valore esperienziale che la musica aggiunge all’offerta del locale. Per comprendere al meglio valore e ruolo della musica nei pubblici esercizi è necessario osservare i dati Siae. Nel 2024 sono 42.873 i locali (bar, ristoranti, pub, ecc.) che hanno ospitato “accompagnamenti musicali”, ovvero eventi musicali dal vivo o con musica registrata. Più della metà (56,2%) sono bar, lounge/cocktail bar seguiti dai ristoranti/pizzerie (37,3%), disco pub (6,6%). Ben 110.226 sono i locali pubblici che utilizzano musica d’ambiente come sottofondo sonoro: la maggioranza sono bar (62%) e ristoranti/pizzerie (34,3%), mentre su quote inferiori si collocano disco i pub (3,8%).
Con 171 eventi musicali in media al giorno, la Lombardia è al primo posto nella graduatoria regionale: in particolare, in regione ci sono il 14,4% dei locali che fanno accompagnamenti musicali in Italia (6.179 in valore assoluto) e il 16,6% degli eventi complessivi (62.529). Completano il podio Emilia Romagna (che concentra il 10,1% dei locali e l’11,6% degli eventi) e Veneto (rispettivamente 9,1% e 9,6%). A fare da traino è la provincia di Milano, in cui i pubblici esercizi realizzano 16.437 eventi musicali: solo Roma ne fa di più, con 21.533 eventi nel 2024. La Lombardia mantiene il primato anche con riferimento alla musica d’ambiente: il 19% dei locali che la utilizza come sottofondo risiede nella regione. Nel decennio 2014–2024 la crescita delle giornate con eventi musicali è evidente: dopo il crollo degli anni della pandemia ha ripreso slancio e nel 2024 ha raggiunto la soglia di circa 370mila eventi. Ogni giorno in Italia ci sono oltre mille eventi all’interno dei pubblici esercizi. Dati, questi, che confermano la centralità dei pubblici esercizi non solo come spazi di servizio per il consumo alimentare, ma come veri hub culturali in cui la musica, dal background sonoro ai concerti dal vivo, genera convivialità, l’innovazione e l’attrattività delle città e, possiamo dirlo, anche la cultura. Crescono gli eventi musicali nei bar e nei ristoranti: +32% nei bar e +10% nei ristoranti. Al contrario, diminuisce il ricorso alla musica d’ambiente (-9% nei ristoranti e -14% nei bar) che non ha ancora recuperato i livelli pre-pandemia.
La musica, quindi, "è uno dei fattori di trasformazione delle nostre imprese nell’era post-Covid. Al centro di questa evoluzione c’è l’evidenza che i pubblici esercizi rappresentano un autentico valore pubblico, un presidio di socialità insostituibile nelle nostre città e nei nostri territori. Sono luoghi dove si fertilizza il vivaio della cultura musicale e le persone vanno per ritrovarsi, per stare insieme, per dialogare, per condividere esperienze. In questo quadro, la musica è un acceleratore di convivialità che fa bene anzitutto alle persone ma anche alle nostre città. Valorizzare e difendere questi luoghi, simbolo del modo di intendere le relazioni umane e la libertà, è un atto di civiltà, di resistenza e di coraggio, da enfatizzare nel decimo anniversario degli attentati di Parigi, che avevano come obiettivo proprio questi luoghi di aggregazione sociale", ha commentato Lino Enrico Stoppani, Presidente di Fipe-Confcommercio.