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Fipe: fatturato della ristorazione a +0,7% nel 2024
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Se l'industria rallenta ancora, come rilevato dall'Istat i servizi crescono e la ristorazione resta in scia nonostante inflazione e costo delle materie prime. A confermarlo è l'ufficio studi di Fipe secondo cui, a dicembre 2024, il fatturato del fuoricasa ha registrato una crescita del +1,1% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente.
Fipe: un 2024 a due velocità, pesa la performance estiva.
Nella media dell'anno, secondo l'associazione di categoria, l'incremento del fatturato della ristorazione è stato del +0,7%. Un risultato che è frutto della sintesi tra una prima parte dell’anno in cui la crescita è stata piuttosto vivace e una seconda parte caratterizzata da un significativo rallentamento con diversi mesi addirittura con il segno meno per effetto di una stagione estiva assai poco brillante. "Un risultato, quello della ristorazione - sottolinea la Fipe nel suo comunicato - che va interpretato alla luce della perdurante crisi della manifattura, delle criticità nelle costruzioni e della modesta crescita dell’intero comparto dei servizi con un incremento di appena tre decimi di punto percentuale". Il riferimento è ai dati Istat rilasciati a fine febbraio per cui il fatturato dei servizi, nel 2024, è cresciuto del +1,3% a valore e del +0,3% a volume. A pesare è stata la flessione registrata nel terzo e quarto trimestre dello scorso anno. Da ottore a dicembre, per esempio, in termini congiunturali, il fatturato dei servizi registra una variazione positiva "solo" dello 0,8% in valore e dello 0,7% in volume. In termini tendenziali, quindi rispetto allo stesso periodo del 2023, la crescita è del +1,9% in valore e del +0,1% in volume. Si registrano incrementi nel commercio all’ingrosso (+0,6% in valore e +0,3% in volume); per gli altri servizi cresce il fatturato in valore (+3,3%) mentre è in lieve flessione il volume (-0,2%).
Un 2025 di risparmio per gli italiani nel fuoricasa.
Una situazione complessa, quindi, che per quanto riguarda i consumi fuoricasa deve far fronte anche a prospettive di risparmio da parte dei clienti. A tratteggiare i prossimi mesi ci hanno pensato i dati Innovation Team-Cerved elaborati per Confimprese secondo cui il sentiment degli italiani risulta generalmente negativo per il 2025 dei consumi con l'81,2% che non vede prospettive rosee (il livello più alto degli ultimi 24 mesi). Pesa, innanzitutto, l’impatto dei fenomeni di attualità, a partire dalla ripresa dell’inflazione (effetto segnalato dal 43% degli italiani contro il 36,7% della rilevazione di ottobre 2024). Continuano le preoccupazioni per il contesto geopolitico internazionale (per il 36,9% del campione), per i fenomeni climatici (35,2%) e, in minor misura, per la situazione politica nazionale (29,8%). Questo genera una spiccata propensione al risparmio che colpisce, in primo luogo, uno dei settori che finora aveva tenuto maggiormente, traindando il recupero post-pandemico: la ristorazione. Quasi la metà degli italiani ridurrà i consumi alimentari fuoricasa seguendo un trend in diminuzione in atto da qualche mese. Detto diversamente: si torna a consumare più al supermercato (come dichiarato dal 18,8% del campione), e quindi a casa, piuttosto che in bar, ristoranti e locali. Detto cià, è giusto fare dei distinguo visto che bar-caffetterie, delivery e ristoranti di prossimità dimostrano, anche in prospettiva, una maggiore resilienza mentre aperitivi, cene, colazioni e pranzi di lavoro sono i momenti in cui gli italiani decideranno di ridurre il budget a disposizione.