Nata nel 2018 per sviluppare le idee ristorativi di Edoardo Maggiori, fondatore de La Filetteria Italiana, la Sun Tzu Consulting è ora holding di 4 concept, l’ultimo – Anita – in partenza a breve. Un’effervescenza che ha trovato nel food retail la sua naturale valvola di sfogo arrivando a contare un network di 17 ristoranti che ruotano attorno a una proposta di carne di primissima qualità e varietà, combinandola con elementi esotici e ricercati. Non solo nel menu, ma anche nel format. Tanto da farsi riconoscere non solo dai clienti ma anche dagli investitori che stanno sostenendo la campagna di finanziamento su Crowdfoundme: “Dopo la crescita con capitali propri e investitori istituzionali, ora ci apriamo ai micro-investitori con l’obiettivo di arrivare allo step di 500mila euro e poi rilanciare oltre”, afferma Fabrizio Frombola, chief business officer di Sun Tzu intervistato da Ristorazione Moderna insieme a Giorgio Bisi, chief marketing officer della società.
Una nuova importante collaborazione all’insegna del gusto, dell’innovazione e della passione per la cucina. Molino Spadoni sceglie Renato Bosco, chef specializzato e docente in corsi di bakery in varie scuole professionali, come ambassador del marchio. Obiettivo comune, la valorizzazione della pizza. Vera e propria passione professionale di Bosco, "maestro dei lievitati", definito il "pizza-ricercatore" e consigliere dell'associazione Ambasciatori della cucina italiana nel mondo.
Il 2023 è appena agli inizi, ma per il mercato food retail italiano è già tempo di affinare e calibrare al meglio progetti e investimenti. Essenziale, la scelta del partner giusto per supportare le nuove aperture attese. Uno di questi è Augusto Contract, azienda di arredamento e general contractor specializzata nel settore hospitality & foodservice per la realizzazione di format chiavi in mano. Alla guida, il ceo Giacomo Racugno che, intervistato da Ristorazione Moderna, fa il bilancio del mercato a cavallo fra vecchio e nuovo anno: "Dopo una prima parte molto positiva durara fino alla pausa estiva, il food retail ha rallentato sotto il peso del caro energia. Molti progetti sono stati messi in standby e posposti al primo trimestre 2023 che risulta già ricco di impegni per noi".
Dalle tre fonti principali a Bagolino (BS) alle due in provincia di Arezzo, dal 1998 Maniva si propone sul mercato come una delle aziende leader nel settore delle acque minerali. Dai suoi stabilimenti, ogni anno, escono circa 170 milioni di bottiglie destinate principalmente al canale Horeca e grossisti (60% della produzione totale), seguito da Gdo (30%), vending e catering (che insieme cubano il 10%) per un giro d’affari di circa 22 milioni di euro l’anno grazie al lavoro di circa 50 occupati. «Nel dettaglio, sono cinque le etichette dell’azienda: Maniva, Balda, Vaia, Classica e Verna», spiega Michele Foglio, amministratore delegato di Maniva.
Tanta innovazione, l'ultima in ordine di tempo è RCH Pay, ma anche una solida storia aziendale alle spalle sono gli ingredienti che rendono RCH uno dei leader di settore per quanto riguarda i registratori di cassa. Basti pensare che, nei suoi 53 anni di storia, solo dal 2019 (anno di introduzione dell'obbligo di installazione di registratori di cassa telematici) sono state 350mila le macchine vendute agli esercenti, sia in modalità diretta o tramite la rete di 850 rivenditori sul territorio nazionale. Detto diversamente, in un momento in cui tanto si parla di Pos (con la querelle sull'obbligo o meno sotto una certa soglia), RCH è responsabile di una quota di circa il 21% dei registratori di cassa attivi nel nostro Paese e può contare su un fatturato di 20 milioni di euro nel 2021. "La pandemia ha rallentato un po' la diffusione dei registratori di cassa telematici ma la tendenza è segnata. Non a caso, gli esercenti e i ristoratori che devono affrontare circostanze non facili come il caro energia e delle materie prime magari sono più cauti con gli investimenti, ma quello sull'innovazione rimane una priorità", ha spiegato Nicola Cassoli, direttore commerciale e marketing di RCH intervistato da Ristorazione Moderna.
Il food delivery ha cambiato le abitudini di consumatori e ristoratori diventando un asset imprescindibile nel fuoricasa post-pandemia. Eppure, la corsa alle consegne a domicilio e al take away non ha sempre premiato. Il motivo lo spiega Food Brands Factory: "Sul delivery vince chi riesce a bilanciare alti volumi con margini inferiori e budget per attività di marketing. Per riuscirci, la soluzione è quella delle catene di ristoranti virtuali in franchising", hanno raccontato i tre fondatori durante una chiacchierata con RM.
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