Location riconoscibili, prodotti di alta qualità Made in Japan e servizio phygital. Sono queste le caratteristiche di Basara, format di sushi restaurant che dal 2011 (data della prima apertura in via Tortona a Milano) ha messo in fila una decina di aperture fra ristoranti tradizionali, corner modulari e concept per un consumo più veloce ma sempre di qualità (come nella food hall della Rinascente a Milano). A guidare lo sviluppo del brand ideato da Marco Giapponese, c'è, fin dal nome (i "basara" nel Giappone medievale erano un gruppo di samurai che non si uniformavano agli usi e costumi della società), una forte spinta all'innovazione. Che ora può contare anche sulla partnership con il social Tatatu per "abilitare un ecosistema fisico-digitale più ampio: ci immaginiamo un domani in cui l'esperienza al ristorante possa generare nuova attività social che permette all'utente di guadagnare sul proprio tempo e sulla condivisione dei propri contenuti", ha raccontato Giapponese, ceo di Basara, intervistato da Ristorazione Moderna.
Nata nel 2018 per sviluppare le idee ristorativi di Edoardo Maggiori, fondatore de La Filetteria Italiana, la Sun Tzu Consulting è ora holding di 4 concept, l’ultimo – Anita – in partenza a breve. Un’effervescenza che ha trovato nel food retail la sua naturale valvola di sfogo arrivando a contare un network di 17 ristoranti che ruotano attorno a una proposta di carne di primissima qualità e varietà, combinandola con elementi esotici e ricercati. Non solo nel menu, ma anche nel format. Tanto da farsi riconoscere non solo dai clienti ma anche dagli investitori che stanno sostenendo la campagna di finanziamento su Crowdfoundme: “Dopo la crescita con capitali propri e investitori istituzionali, ora ci apriamo ai micro-investitori con l’obiettivo di arrivare allo step di 500mila euro e poi rilanciare oltre”, afferma Fabrizio Frombola, chief business officer di Sun Tzu intervistato da Ristorazione Moderna insieme a Giorgio Bisi, chief marketing officer della società.
Una nuova importante collaborazione all’insegna del gusto, dell’innovazione e della passione per la cucina. Molino Spadoni sceglie Renato Bosco, chef specializzato e docente in corsi di bakery in varie scuole professionali, come ambassador del marchio. Obiettivo comune, la valorizzazione della pizza. Vera e propria passione professionale di Bosco, "maestro dei lievitati", definito il "pizza-ricercatore" e consigliere dell'associazione Ambasciatori della cucina italiana nel mondo.
Il 2023 è appena agli inizi, ma per il mercato food retail italiano è già tempo di affinare e calibrare al meglio progetti e investimenti. Essenziale, la scelta del partner giusto per supportare le nuove aperture attese. Uno di questi è Augusto Contract, azienda di arredamento e general contractor specializzata nel settore hospitality & foodservice per la realizzazione di format chiavi in mano. Alla guida, il ceo Giacomo Racugno che, intervistato da Ristorazione Moderna, fa il bilancio del mercato a cavallo fra vecchio e nuovo anno: "Dopo una prima parte molto positiva durara fino alla pausa estiva, il food retail ha rallentato sotto il peso del caro energia. Molti progetti sono stati messi in standby e posposti al primo trimestre 2023 che risulta già ricco di impegni per noi".
Tecnoinox Srl, eccellenza italiana nella progettazione e produzione di cucine modulari, salamandre e forni professionali per il settore Horeca, rafforza il
team manageriale affidando a Daniela Sele l’incarico di marketing manager. Sele fa ingresso nell’azienda di Porcia (PN) con un bagaglio di esperienze professionali che spaziano dal marketing e digital marketing alla comunicazione d’impresa, il copywriting e l’UX writing, maturate presso primarie aziende dei settori equipmentconsumer & professional e design.
Dalle tre fonti principali a Bagolino (BS) alle due in provincia di Arezzo, dal 1998 Maniva si propone sul mercato come una delle aziende leader nel settore delle acque minerali. Dai suoi stabilimenti, ogni anno, escono circa 170 milioni di bottiglie destinate principalmente al canale Horeca e grossisti (60% della produzione totale), seguito da Gdo (30%), vending e catering (che insieme cubano il 10%) per un giro d’affari di circa 22 milioni di euro l’anno grazie al lavoro di circa 50 occupati. «Nel dettaglio, sono cinque le etichette dell’azienda: Maniva, Balda, Vaia, Classica e Verna», spiega Michele Foglio, amministratore delegato di Maniva.
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