Dopo la sbornia delle feste, il nuovo anno è iniziato all'insegna del Dry January. Una iniziativa che trova riscontro nel trend no/low alcohol rilevato da IWSR. Nel 2022, infatti, la richiesta di vino, birra, spirits e ready to drink analcolici o con basso conteuto di alcol è cresciuta del +7% in 10 mercati chiave a livello globale ed è attesa in aumento con lo stesso tasso nel periodo 2022-26 (rispetto al +5% registrato nel 2018-22). A farla da padrona saranno i prodotti senza alcol che copriranno il 90% della domanda.
Nei primi 11 mesi del 2023, secondo le rilevazioni Growth Capital, un round di venture capital su 10 in Italia (28 in tutto) riguarda il food&agriculture. La raccolta è arrivata a 95,7 milioni di euro nel settore. A trainare è il Nord Italia, con 20 round e 86 milioni di euro raccolti. Mentre a livello di attività, sono le startup attive nel vertical farming quelle che sono riuscite ad attrarre i maggiori investimenti (49,6 milioni di euro). Da segnalare anche i 7 milioni di euro investiti nel segmento delle proteine alternative, ovvero i sostituti di origine vegetale alle proteine della carne. Mentre il food retail cresce passando da 3,7 a 16,4 milioni di euro.
Il numero degli italiani che hanno scelto di festeggiare Capodanno al ristorante, secondo i dati Fipe, è stato di 4,6 milioni di persone: +2,2% rispetto al 2022. A beneficiarne sono stati i circa 75mila locali attivi nella notte di San Silvestro che hanno assorbito una spesa pari a 433 milioni di euro (+4,6%).
A inizio anno, il Gruppo Pizzium annunciò 20 aperture. La corsa si è fermata a 15, ma ha già passato il testimone al 2024, quando sono attese 10 nuove location. Così il brand fondato da Nanni Arbellini e Stefano Saturnino nel 2017 rilancia le ambizioni che in poco tempo lo ha portato a 52 punti vendita in tutta Italia. "Chiuderemo l’anno a quota 46 milioni di fatturato con un Ebitda pari a 9,5 milioni di euro", afferma Saturnino. Nel conteggio, entra anche Crocca, l’insegna il cui controllo è stato acquisito nell’ottobre 2022 dando vita a un vero e proprio polo dedicato alla pizza; sia alla napoletana, che più croccante e sottile.
L’insegna partecipata da Investindustrial ha allargato di un terzo la sua rete nell’ultimo anno. E nel menu Dispensa Emilia, non solo tigelle e gnocco fritto. Arrivata a 39 punti vendita, la catena è un concentrato della cucina italiana. Di quella più tipica e conosciuta: quella emiliana. Con un bicchiere di Lambrusco che completa l’offerta classica proposta per la prima volta nel 2004 a Modena e dal 2017 partecipata dal fondo di investimento per il 70%. «Uno sviluppo che ci ha visto ampliare la rete esistente continuando a garantire la nostra offerta di qualità negli altri punti vendita», afferma l’amministratore delegato Alessandro Medi.
A leggere la cronaca della settimana che anticipava la vigilia, il settore della ristorazione è andato incontro al sold out in diverse regioni per Natale. Aiutato da un’inflazione che ha allentato la stretta (+4,2% a novembre secondo i dati elaborati da Fipe), il fuoricasa prova a capitalizzare la ripresa 2023. Dopo un secondo trimestre chiuso a +13,8% di fatturato sullo stesso periodo del 2022, Natale e Capodanno dovrebbero spingere il settore oltre i 50 miliardi di euro (dati Circana per Sigep).
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